Renata Caragliano - Ricerche e sparimantazioni d'Arte Contemporanea di Remo Romagnuolo

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Critici e giornalisti
"New light" al Pan
le parole in libertà

PAROLE, forme e colori rappresentano la grammatica visiva tracciata dall'artista Remo Romagnuolo nel nuovo ciclo di opere raccolte nella personale "New Light" ospitata al Palazzo delle Arti. Un progetto espositivo a cura di Nino D'Antonio e in collaborazione con l'assessorato alla cultura del Comune di Napoli (via dei Mille 60, fino al 14 dicembre 2016). L'artista Napoletano, classe 1943, ha scelto come soggetto privilegiato del ciclo di acrilici e oli su tela esposti al Pan, il computer e la sua storia.
Sono superfici pittoriche che come tanti schermi di un personal computer vedono fluttuare insieme colori e forme che danno "nuova luce" a parole "in libertà" che rappresentano ossessivamente il codice visivo delle nuove tecnologie, ma anche e soprattutto quello della storia della pittura, dal Futurismo in avanti, generando nuove e molteplici figurazioni.

Dal quotidiano  la Repubblica del 10 /12/ 2016
                                                                                                                 
                                                                             Renata Caragliano


I dolori della guerra e del terrorismo
nelle opere di Remo Romagnuolo

Donne e bambini curdi in fuga, il grido di un piccolo africano, il dolore di una donna palestinese, sono alcuni dei temi di "Nuovi orizzonti", la personale di opere pittoriche dell'artista Remo Romagnuolo ospitata al Museo Donato Massa di Pietrastornina, in provincia di Avellino. Il progetto a cura della direttrice del museo Yvonne Carbonaro, è in collaborazione con l'assessorato della cultura e turismo del Comune (fino al 15 settembre, aperto dal lunedì a venerdì 9-14 e 16-18.
Remo Romagnuolo (Pietrastornina, 1943) che vive e lavora a Napoli, presenta nella sua città natale una nuova serie di oli e acrilici su tela dedicati all'attuale tema della migrazione. L'artista si fa portavoce di questo racconto di sofferenza e dolore, per riflettere sulle tante moltitudini senza nome che ogni giorno si spostano nella disperata speranza di una vita dignitosa e soprattutto lontana dai conflitti. E lo fa dando corpo, forma e colore ai tanti che si mettono in cammino alla ricerca di "nuovi orizzonti". "I volti, scrive la curatrice in catalogo - seppur delineati con precisione fotografica, traspaiano dietro campitura a fascie arcuate di intenso cromatismo che saettano come lingue, le cui vibrazioni ne accentuano la drammaticità, mentre dietro geometrismi aspri e angolosi, ombre armate s'intravedono minacciose a rendere manifesta la durezza del terrorismo e della violenza. Arcobaleni in movimento accompagnano il bisogno di poesia, di pace e di amore. La cifra stilistica dell'artista è caratterizzata da sovrapposizioni di colori che fluttuano come emergendo sulla tela, un pò come farebbe una bandiera mossa dal vento. E non a caso viene da pensare al drappo internazionale arcobaleno scelto come simbolo della pace e fatta sventolare dai balconi contro la guerra in Iran del 2002. La personale è allestita inpiù spazi interni all'edificio del Comune, il museo Donato Massa e la sala consiliare, ed esterni nella sala dell'albergo Urciuolo. "E' una mostra diffusa - spiega la curatrice - che tende a voler creare una raggiera di messaggi tra più luoghi del paese e un'osmosi tra l'età dei ricordi di quando i migranti eravamo noi e l'età attuale in cui noi siamo coloro che "accolgono"". Il percorso espositivo è strutturato in tre sezioni con lavori che si focalizzano su alcuni simboli dei paesi di origine dei migranti, oer proseguire puntando sulla fuga verso l'Europa e sul problema dell'accoglienza dei paesi di destinazione. Così nella prima sezione si riconoscono una bandiera dell'Islam, due militanti dell'Isis in aspetto di guerra, ma anche alcune figure femminili coperte dal burka, mentre nella seconda ci sono soprattutto donne e bambini in fuga dal Medio Oriente e dall'Africa a farsi portavoce di questo nuovo esodo del terzo millennio. Infine nell'ultima parte, l'artista ha prodotto il maggior numero di quadri che raccontano le molteplici contraddizioni di un'Europa spaventata dai flussi dei migranti che premono alle sue frontiere. I titoli delle opere evocano violenzee paure come nel caso del grande dipinto "Due terroristi della strage a Parigi del 13 novembre", ma anche l'auspicio ad una pacificazione. "I cittadini di un paese democratico" e "i simboli delle principali religioni per un dialogo di pace", concedendo a chi approda alle nostre terre una nuova vita, una migliore opportunità.
Da sempre impegnato nel sociale, Romagnuolo, che fino agli anni Novanta faceva l'architetto e poi ha scelto la via dell'arte, riprendendo a dipingere come aveva già fatto in passato.

Dal quotidiano  la Repubblica del 27/08/2018


                                                                   Renata Caragliano



 
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